Innovation Manager: il MISE da il via libera al Voucher. Pubblicato il decreto in Gazzetta.

Pubblicato il decreto del Mise dedicato agli Innovation Manager. Il Voucher andrebbe ad agevolare  le imprese che utilizzano questi professionisti.

Ma chi e cosa è l’Innovation Manager?

L’Innovation Manager è colui o colei che può lavorare a diversi livelli operativi e con differenti provenienze funzionali. Ci sono Innovation Manager interni ed esterni all’azienda ed è un ruolo che si presta a molte interpretazioni. In quest’articolo, tuttavia, faremo riferimento all’Innovation Manager dal punto di vista normativo, ai fini dell’ammissione per le aziende al voucher, beneficio messo a disposizione dal MISE.

Aziende beneficiarie

Il voucher è un finanziamento a fondo perduto, previsto dalla legge di Bilancio n.145 del 30 dicembre 2018, a favore delle micro, piccole e medie imprese, per l’acquisto di consulenze in materia di trasformazione tecnologica e digitale, attraverso le tecnologie abilitanti del Piano Impresa 4.0, e dei processi di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali.

Per le micro e piccole imprese il contributo arriva fino a 40.000€, nella misura del 50% delle spese ammissibili. Per le medie è fino a 25.000€, 30% delle spese. Per le reti d’impresa arriva fino a 80.000€, 50% delle spese.

Nel periodo di funzionamento della misura, i tre anni, 2018-2020, vengono messi a disposizione complessivi 75 mln €. Le imprese possono beneficiarne una sola volta.

Spese ammissibili

Il voucher copre i compensi per un manager dell’innovazione qualificato, indipendente e inserito temporaneamente con un contratto di consulenza di almeno nove mesi, finalizzati a indirizzare e supportare i processi di innovazione, trasformazione tecnologica e digitale attraverso una o più tecnologie abilitanti. Queste sono: big data e analytics, cloud e quantum computing, cyber security, prototipazione rapida, realtà virtuale e aumentata, robotica avanzata e collaborativa, interfaccia uomo-macchina, manifattura additiva, stampa 3D, IOT, integrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali, digital marketing e open innovation. Il voucher può coprire anche l’applicazione di nuovi modelli organizzativi nelle pratiche commerciali, nelle strategie di gestione aziendale, nell’organizzazione del luogo di lavoro; nonché i percorsi finalizzati alla quotazione su mercati regolamentati o non regolamentati, alla partecipazione al programma Elite, all’apertura al private equity o venture capital o all’utilizzo di strumenti di finanza alternativa o digitale, ad esempio equity crowdfunding, invoice financing, minibond.

Chi è l’Innovation Manager?

Per far sì che l’azienda che lo contrattualizza possa beneficiare del voucher, il manager deve fare domanda d’iscrizione all’elenco dei manager qualificati. Diverse sono le categorie di persone che possono fare domanda: soggetti già accreditati come manager dell’innovazione presso Unioncamere o associazioni di rappresentanza dei manager o le regioni; persone che abbiano conseguito un dottorato di ricerca in matematica, informatica, fisica, chimica, biologia, ingegneria, economia o statistica; o che in tali ambiti abbiano conseguito un master universitario di secondo livello, nonché incarichi presso imprese per almeno un anno nelle aree relative alle tecnologie abilitanti; o che nelle stesse materie abbiano conseguito la laurea magistrale ma con tre anni d’esperienza in tali aree; o ancora sette anni d’esperienza. Quindi una serie di profili professionali piuttosto ampia.

Possono iscriversi all’albo anche le società di consulenza, i centri di trasferimento tecnologico Industria 4.0, gli incubatori di start-up, che potranno indicare fino a dieci innovation manager.

Anche per i manager c’è un limite, di un solo contratto per anno solare.

I tempi e le regole

Entro trenta giorni dalla pubblicazione del decreto attuativo, sul sito del MISE:

  • il manager troverà le modalità e i termini per la domanda d’iscrizione all’albo;
  • l’impresa potrà reperire il modello di domanda di ammissione del contributo, i termini per la presentazione e i criteri di valutazione. Nella domanda, l’impresa dovrà già indicare il manager di cui intende avvalersi.

 Per tutti i dettagli, CLICCA QUI

NUOVA SABATINI “Beni Strumentali” sostiene l’acquisto di nuovi macchinari

La misura “Beni Strumentali (Nuova Sabatini)” è un’iniziativa indetta dal “Ministero dello Sviluppo Economico” il cui compito è sostenere investimenti, fino a 4 Milioni di euro, per l’acquisto di beni produttivi quali macchinari, hardware, tecnologie digitali ed altri riportati più avanti nell’articolo.

Il progetto si rivolge alle PMI ed ha validità Nazionale. 

È possibile presentare domanda fino ad esaurimento fondi.

Soggetti beneficiari del progetto sono le PMI (micro,  piccole e medie imprese) che, al momento della presentazione della domanda: 

  • Sono regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle imprese o nel Registro delle imprese di pesca;
  • Sono nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non sono in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali;
  • Non rientrano tra i soggetti che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti considerati illegali o incompatibili dalla Commissione Europea;
  • Non si trovano in condizioni tali da risultare imprese in difficoltà;
  • Hanno sede in uno Stato Membro, purché provvedano all’apertura di una sede operativa in Italia entro il termine previsto per l’ultimazione dell’investimento.

I settori produttivi ammessi abbracciano tutte le filiere, eccetto: 

  • Attività finanziarie e assicurative;
  • Attività connesse all’esportazione e per gli interventi subordinati all’impiego preferenziale di prodotti interni rispetto ai prodotti di importazione.

Cosa e quanto viene finanziato

Le richieste da presentare, o già presentate, possono raggiungere un valore economico che va dai 20.000 ai 4 Milioni di euro per singolo progetto. Ad eventuale ammissione all’agevolazione, il finanziamento copre fino all’80 % delle spese

Inoltre, i beni materiali e immateriali rientranti tra gli investimenti c.d. “industria 4.0” possono beneficiare di un contributo maggiorato del 30 %. 

Quali sono le tipologie di beni acquistabili

Le tipologie di beni ammissibili per i finanziamenti sono le seguenti: 

  • Macchinari;
  • Attrezzature;
  • Impianti;
  • Hardware;
  • Software e tecnologie digitali;
  • “Altri beni”, ovvero spese classificabili nell’attivo dello stato patrimoniale alle voci B.II.2, B.II.3 e B.II.4 dell’articolo 2424 del codice civile, come declamati nel principio contabile n.16 dell’OIC (Organismo italiano di contabilità).

Non sono ammesse, invece, spese relative a: 

  • Terreni e fabbricati;
  • Beni usati o rigenerati;
  • “Immobilizzazioni” in corso e acconti. 
  • Come presentare domanda e link utili
  • È possibile richiedere i finanziamenti scaricando, e compilando, il modulo della domanda in formato elettronico. Clicca qui per consultare la guida ufficiale alla compilazione della domanda.

Antitrust: NO a sconto in fattura per Ecobonus e Sismabonus, così si penalizzano le PMI

Secondo l’Autorità Garante la norma “appare suscettibile di creare restrizioni della concorrenza nell’offerta di servizi di riqualificazione energetica a danno delle piccole e medie imprese, favorendo i soli operatori economici di grandi dimensioni”.

L’Antitrust, nella sua adunanza del 12 giugno 2019, ha inteso formulare alcune considerazioni in merito alle criticità concorrenziali derivanti dall’art. 10 del Decreto Legge n. 34, del 30 aprile 2019 – convertito nella Legge n. 58 del 28 giugno 2019 – recante “Misure urgenti di crescita economica per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi” (cd. Decreto Crescita), integrativo della vigente disciplina in materia di incentivi fiscali riconosciuti in ipotesi di interventi di riqualificazione energetica e di adozione di misure antisismiche (cd. “ecobonus” e “sismabonus”).
Il parere che riportiamo integralmente è pubblicato sul Bollettino settimanale Antitrust n. 26 dell’1 luglio.per approfondimenti clicca qui

Sinteticamente, l’Autorità ritiene che la norma in oggetto, nella misura in cui non prevede la possibilità di successiva cessione del credito a terzi, con le modalità opportunamente definite dall’Agenzia delle Entrate, possa generare un’indebita distorsione del mercato a vantaggio di pochi operatori, a detrimento delle imprese di medie e piccole dimensioni attive nell’offerta dei servizi di riqualificazione energetica, con evidenti ricadute negative ai danni dei consumatori, i quali vedrebbero significativamente ridotta la loro libertà di scelta. In questo senso, appare necessario modificare la norma in commento – introducendo la richiamata facoltà di cessione del credito – al fine di non discriminare le PMI.

Inoltre, si rileva che, da quanto è emerso, le imprese di più grandi dimensioni – multiutilities – non sempre svolgono direttamente i lavori, ma ricorrono allo strumento del subappalto. Al riguardo, al fine di ampliare la possibilità per le PMI di operare su questi mercati, si potrebbero ipotizzare specifiche previsioni che stabiliscano, ad esempio, quote di lavori in subappalto di dimensioni tali da consentire una più ampia partecipazione di tali imprese, tenendo conto delle specificità delle prestazioni oggetto di affidamento e nel rispetto dei limiti previsti dall’art. 105 del Decreto Legislativo n. 50, del 18 aprile 2016, recante “Codice dei contratti pubblici”. Tanto premesso, l’Antitrus auspica che gli organi in indirizzo, in sede di conversione in legge del Decreto Crescita, vogliano tenere in debita considerazione le considerazioni formulate e vogliano adottare le opportune modifiche che valgano a eliminare le distorsioni della concorrenza”.

N. C. – Ufficio Stampa Conflavoro PMI Prato

Stress da lavoro, l’OMS riconosce ufficialmente il “burn-out”

Il BURN-OUT è generalmente definito come una sindrome di esaurimento emotivo.

Si tratta di una malattia in costante e graduale aumento tra i lavoratori dei paesi occidentalizzati a tecnologia avanzata, ciò non significa che qualcosa non funziona più nelle persone, bensì che si sono verificati cambiamenti sostanziali e significativi sia nei posti di lavoro sia nel modo in cui si lavora.

LO STRESS da lavoro – il burn out – è stato riconosciuto ufficialmente dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), che l’ha inserito nel suo grande elenco dei disturbi medici. Non di vera e propria malattia si tratta, ma di “problema associato alla professione”. I sintomi: “spossatezza sul luogo di lavoro”, “cinismo, isolamento o in generale sentimenti negativi” ed “efficacia professionale ridotta”. Il risultato è una “sindrome che porta a stress cronico impossibile da curare con successo”. La decisione arriva dopo decenni di studi. L’agenzia speciale dell’Onu per la salute fornisce le direttive ai medici per diagnosticarlo. Il primo ad occuparsi di burn out è stato lo psicologo Herbert Freudenberger nel 1974.

In sintesi,  il burn out si riferisce – secondo la classificazione – specificamente ai fenomeni nel contesto occupazionale e non in altri ambiti della vita. “Questa è la prima volta che il burn out è stato incluso nella classifica”, ed entrerà a far parte del nuovo elenco, Icd-11, che entrerà in vigore nel gennaio 2022.

N. C. – Ufficio Stampa Conflavoro PMI Prato

IN ARRIVO IL CREDITO D’IMPOSTA PER LE PMI ITALIANE CHE INVESTONO SULL’INTERNAZIONALIZZAZIONE

Fiere internazionali: credito d’imposta per le PMI (art. 49, d.l. 34/19). ‘Pre-informativa Bando’

STATO BANDO: In Attivazione

DESTINATARI

Saranno ammesse al beneficio le piccole e medie imprese esistenti alla data del 1° gennaio del corrente anno.

INTERVENTI AMMISSIBILI E SPESE AGEVOLABILI

Con l’art. 49 del decreto crescita (D. L. n. 34/2019 pubblicato sulla GU Serie Generale del 30 aprile 2019 ed in vigore dal 1° maggio di questo stesso anno), si introduce, in favore delle PMI esistenti alla data del 1° gennaio 2019, un credito d’imposta per le spese sostenute in quest’anno e finalizzate alla partecipazione a fiere internazionali. L’obiettivo è quello di migliorare il livello e la qualità di internazionalizzazione delle PMI italiane.

L’incentivo coprirà le spese di partecipazione a manifestazioni fieristiche internazionali di settore che si svolgono in Italia o all’estero, relativamente alle spese per l’affitto degli spazi espositivi; per l’allestimento dei medesimi spazi; per le attività pubblicitariedi promozione e di comunicazione, connesse alla partecipazione.

Quindi, ad esempio, daranno diritto al beneficio le spese di affitto dello spazio dove verrà allestito lo stand fieristico mentre non darebbero diritto al credito, ad esempio, gli oneri sostenuti per il trasporto del personale (spese di viaggio).

TIPO DI CONTRIBUTO: Credito d’Imposta

MODALITÀ EROGAZIONE CONTRIBUTO

Il credito sarà riconosciuto nella misura del 30% delle spese fino ad un massimo di 60.000 euro e, comunque, nel rispetto delle condizioni e dei limiti degli aiuti de minimis,

da ripartirsi in tre quote annuali di pari importo e sarà utilizzabile esclusivamente in compensazione in F24 (dovrà essere istituito l’apposito codice tributo dall’Agenzia delle Entrate, come di consueto avviene per i crediti d’imposta previsti dal legislatore).

MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE

Entro luglio 2019, verranno pubblicati i decreti attuativi. La presentazione delle domande avverrà per ordine cronologico e sarà previsto un click day.

MULTE DA BRIVIDO PER VIOLAZIONI SULLA SICUREZZA E SULLE NORME SOCIALI

Nel 2019 le sanzioni per mancata applicazione delle norme sulla sicurezza dei lavoratori sono aumentate vertiginosamente.

Conflavoro PMI Prato ricorda che, per l’anno corrente, sono aumentate anche fino al 20% le sanzioni relative alle violazioni delle vigenti normative  in materia di lavoro e legislazione sociale. Inoltre, le maggiorazioni raddoppiano se nei tre anni precedenti il datore di lavoro risulta  destinatario di sanzioni per violazioni amministrative o penali per i medesimi illeciti.

Di seguito tutti i nuovi importi.

Lavoro nero, sanzioni aumentate del 20%

In riferimento all’articolo 3 del Dl 12/2002 (convertito con modificazioni nella legge 73/2002) dal 1° gennaio scorso le sanzioni per ciascun lavoratore irregolare fino a 30 giorni di lavoro effettivo aumentano da un minimo di 1.800 euro a un massimo di 10.800 euro. In precedenza, la forbice andava da 1500 a 9.000 euro. Tra i 31 e i 60 giorni, la sanzione è compresa tra 3.600 e 21.600 euro (prima era tra 3.000 e 18.000 euro). Oltre i 60 giorni, invece, la sanzione va da 7.200 euro a 43.200 euro (prima era compresa tra 6.000 e 36.000 euro).

Resta poi valido il principio secondo il quale le sanzioni aumentano di un ulteriore 20% qualora le ispezioni riscontrino la presenza di lavoratori stranieri irregolari o di minori.

Multe più salate anche per la somministrazione illecita di lavoro

Sanzioni aumentate del 20% anche per le violazioni previste dall’articolo 18 del Dlgs 276/2003. Si tratta dell’esercizio non autorizzato dell’attività di somministrazione, multato con 60 euro per ogni lavoratore occupato e per ogni giornata lavorativa.

Per quanto concerne l’esercizio non autorizzato dell’attività di intermediazione e selezione di personale, scattano sanzioni differenti a seconda che sia riscontrato o meno il lucro. Nel primo caso la somma è compresa tra i 900 e i 4.500 euro. Nel secondo, invece, può variare tra i 300 e i 1.500 euro.

Orario settimanale e riposo fuori norma, fioccano anche qui le multe

Salgono le sanzioni, da 120 a 900 euro, anche in relazione al sistema previsto dai commi 3 e 4 dell’articolo 18-bis, Dlgs 66/2003 sulla durata massima dell’orario di lavoro settimanale (48 ore complessive, comprensive di eventuali straordinari) e il numero di riposi settimanali (intesi come media in un periodo di 14 giorni). Se poi la violazione riguarda più di 5 lavoratori oppure si è verificata in almeno tre periodi di riferimento, la multa si fa più salata e la forbice risulta compresa tra 480 e 1.800 euro.

Infine, se il numero dei lavoratori fuori norma riguarda più di 10 soggetti oppure l’infrazione si è verificata in almeno cinque episodi, ecco che il verbale può variare tra 1.200 e 6.000 euro. In questo ultimo caso non è nemmeno prevista la possibilità di un pagamento in misura ridotta.

Circa i riposi settimanali, anche qua l’importo della somma varia in base al numero di lavoratori coinvolti. Il mancato riposo giornaliero porta a una sanzione da 60 a 180 euro. In caso di più di 5 lavoratori o tre episodi, da 360 a 1.200 euro. Se i lavoratori sono più di 10 o gli episodi almeno cinque, la multa va da 1.080 a 1.800 euro senza poter beneficiare del pagamento ridotto.

Bando annuale contributi affitto Comune di PRATO

Bando per la concessione del contributo ad integrazione del pagamento del canone di locazione – anno 2019

Entro il 31 luglio 2019 i soggetti in possesso dei requisiti previsti dal bando, potranno presentare domanda per richiedere il contributo integrativo per il pagamento del canone di locazione per l’anno 2019.

A chi è rivolto

Possono presentare la domanda di contributo i cittadini italiani e stranieri residenti nel Comune di Prato, in possesso di regolare contratto di affitto relativo all’immobile in cui si risiede e un valore ISE non superiore a 28.684,36 euro ed un valore ISEE non superiore a 16.500,00 euro.

I cittadini di stati non aderenti all’Unione Europea o gli apolidi possono partecipare al bando se sono in possesso di un permesso di soggiorno in corso di validità.

Termini, scadenze, modalità di presentazione della domanda

Le domande per il bando annuale contributo affitto 2019 possono essere presentate, entro il 31 luglio 2019, tramite procedura online.

La domanda corredata di tutti gli allegati richiesti, può essere presentata autonomamente utilizzando, per l’accesso alla procedura, la propria CNS (Carta Nazionale dei Servizi), la CIE (Carta identità elettronica) oppure le proprie credenziali SPID.

In alternativa, è possibile prendere un appuntamento, presso gli uffici del Servizio Sociale e Immigrazione, in via Roma n. 101, per ricevere servizio di assistenza alla compilazione e invio della domanda, nei seguenti modi:

Integrazioni successive: attestazione del pagamento canone locazione 2019

Dal 2 gennaio al 28 febbraio 2020 , gli aventi diritto al contributo dovranno presentare l’attestazione del pagamento del canone di locazione riferita all’anno 2019 rilasciata dal proprietario dell’immobile,  utilizzando il “Modulo attestazione del pagamento totale del canone di locazione” con allegata la fotocopia del documento del proprietario, e il “Modulo di integrazione” compilato dal richiedente (moduli disponibili nella pagina del bando). I moduli devono essere consegnati presso l’Ufficio Protocollo del Comune di Prato.

Per maggiori informazioni  visita il seguente link:

http://www2.comune.prato.it/comefareper/ambiente-casa/casa/archivio7_18_92_25_8.html

Fattura Elettronica: ecco cosa cambia dal 1° luglio

Dal 1° luglio 2019 entreranno in vigore le modifiche definite dal Decreto Legislativo n. 119/2018 che introduce alcune significative novità in tema fatturazione elettronica, relativamente alla fine del periodo senza sanzioni per i contribuenti con liquidazione IVA trimestrale e ai tempi di emissione della fattura immediata.

Fattura immediata: dal 1° luglio 2019, dieci giorni per l’emissione

A partire dal 1° luglio 2019 cambiano i tempi di emissione per le fatture immediate, siano esse elettroniche o cartacee. Stante le modifiche apportare dal  DL 119/2018  (art.11) all’art. 21 comma 4 del DPR 633/1972, gli operatori potranno infatti usufruire di un tempo massimo di 10 giorni dalla data di effettuazione delle operazioni per l’invio delle proprie fatture immediate.

Qualora si decida di avvalersi di questa facoltà, invece che emettere il documento il giorno stesso della cessione del bene e/o pagamento del corrispettivo, in fattura bisognerà indicare necessariamente la data di effettuazione dell’operazione, che si differenzierà così dalla data di emissione.

Per le fatture elettroniche la data di emissione sarà certificata dalla corretta trasmissione tramite SdI mentre sulla fattura cartacea dovrà essere esplicitamente dichiarata

Fattura differita: ecco le nuove regole da luglio

La Circolare 14/E ha, di fatto, modificato le regole di emissione anche per le fatture differite. La modifica non riguarda i tempi di emissione, che prevedono tuttora la possibilità di generare e contestualmente tramettere un unico documento contenente il dettaglio delle operazioni entro il 15° giorno del mese successivo alla data della prestazione, ma la data della fattura.

Anche per le differite, difatti, è obbligatorio inserire la data della prestazione, dato che il momento di emissione è ovviamente diverso.

Le indicazioni prevedono quindi che il campo “data” dell’XML fattura debba, ad esempio, essere valorizzato con la data dell’ultimo DDT a cui la fattura differita fa riferimento. La data di emissione coinciderà quindi con il momento di trasmissione al Sistema di Interscambio.

È utile ricordare, per maggiore chiarezza, che nel caso della fattura elettronica l’emissione avviene solo nel momento in cui il file fattura XML è inviato al Sistema di Interscambio e questo restituisce unaRicevuta di Consegna – RC o una Ricevuta di impossibilità di recapito – MC.

1° luglio 2019, fine del periodo senza sanzioni

A cambiare sarà anche la disciplina sanzionatoria per i contribuenti con liquidazione IVA trimestrale. Infatti, dal 1° luglio 2019 coinciderà con la fine del semestre senza sanzioni decretato dal sopracitato DL 119/2018 che, con l’articolo 10, esentava gli operatori da possibili sanzioni in caso di emissione tardiva del documento fiscale o, in caso di liquidazione al periodo successivo, di una riduzione dell’80% dell’ammontare della sanzione. Le sanzioni previste si rifanno all’articolo 6 del D.lgs 471/1997.

Si ricorda che il periodo senza sanzioni per i contribuenti con liquidazione IVA mensile, invece, durerà fino al 30 settembre 2019.

N. C. – Ufficio Stampa – Conflavoro PMI Prato

ECOBONUS: Lo sconto in fattura premia i grandi a discapito dei piccoli imprenditori del ‘sistema delle ristrutturazioni e riqualificazioni immobiliari’

Gli interventi relativi all’ecobonus e al sismabonus, previsto dal Decreto Crescita, misura approvata definitivamente dal Senato, prevede che i cittadini che effettuano lavori di riqualificazione energetica o antisismici, possano chiedere, in alternativa alla detrazione fiscale dal 50% all’85% spalmabile in 10 anni, uno sconto immediato sulle fatture da parte dell’impresa che ha realizzato i lavori.

Sconto che l’impresa potrà farsi rimborsare dallo Stato tramite un corrispondente credito d’imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione, in cinque anni. Inoltre, l’impresa potrà scegliere di cedere il credito così acquisito ai suoi fornitori di beni e servizi. Non potrà invece cederlo a istituti di credito e intermediari finanziari.

Questo meccanismo penalizza proprio le migliaia di piccole imprese che operano nella ristrutturazione e nella riqualificazione degli immobili e delle case che, non disponendo della capacità finanziaria per “anticipare lo sconto” al cliente e non potranno sopportare l’onerosità dell’operazione di cessione del credito. Di fatto, con la misura del Decreto crescita, rischiano di essere tagliate fuori dal mercato.

Infatti, questa misura, porterà ad una distorsione del mercato in cui soltanto i fornitori più strutturati e dotati di elevata capacità finanziaria potranno anticipare ai clienti la liquidità necessaria a ottenere lo sconto e, potranno disporre della capienza fiscale sufficiente per compensare il credito di imposta. Insomma, assisteremo alla nascita di poche oasi commerciali della ristrutturazione delle case e contemporaneamente vedremo agonizzare le piccole Imprese del settore, in sintesi, accadrà quanto già accaduto in passato con l’avvento dei centri commerciali e conseguente perdita dei negozi “di vicinato”,  un grande “supermarket di moneta virtuale” che verrà gestita dai grandi gruppi industriali e dalle principali multiutility, oggi fortemente presenti nel mercato della fornitura di prodotti e nell’offerta di servizi relativa all’ecobonus.

Conflavoro Prato, invita le forze politiche a rivedere i termini della misura, ricordando che il paese Italia  produce forza lavoro e linfa vitale, grazie ad una economia strutturata per il 90% sulle PMI.

N. C. – UFFICIO STAMPA

Conflavoro PRATO

Il DL Crescita è Legge. Leggi i focus Conflavoro PMI sulle novità per Imprese e Contribuenti

Il DL Crescita dopo un travagliato percorso. Arriva il voto di fiducia della Camera e del Senato. E’ legge. Ecco i punti focali del provvedimento

Roma, 27 giugno 2019 il Senato con voto di fiducia da il via libera alla conversione in legge del Dl Crescita (Dl 34/2019). L’iter doveva essere concluso entro oggi 29 giugno e, pertanto, visti i tempi strettissimi, nessuno degli emendamenti approvati dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camere nelle scorse settimane sono stati rimessi in discussione, né a Montecitorio né ieri a palazzo Madama. Questa è l’analisi di Conflavoro Pmi sul Dl Crescita prima della sua conversione. Vediamo adesso le novità principali. 

Bonus ‘cervelli’

Il bonus per il rientro dei cosiddetti ‘cervelli in fuga’ prevede, per chi fa rientro in Italia, l’esclusione dalla tassazione del 70% del reddito. Questi soggetti devono versare all’erario un contributo pari allo 0,5% della base imponibile. 

Risparmiatori truffati

Nell’erogazione degli indennizzi ai correntisti degli istituti di credito falliti è data precedenza ai piccoli risparmiatori, ossia ai pagamenti di importo non superiore ai 50 mila euro.

Abbassamento tariffe Inail

Il taglio dei contributi Inail diventa strutturale dal 2023. Il taglio era già previsto dalla legge di Bilancio 2019, ma solo fino al 2021. Significa che, al momento il 2022 rimane ‘scoperto’. Clicca qui per un approfondimento.

Pace fiscale

Sono riaperti i termini della sanatoria per rottamazione ter, chiusi lo scorso 30 aprile. La nuova scadenza è fissata al 31 luglio 2019 e fino ad allora sarà possibile mettersi in regola con l’erario senza sanzioni e interessi. Il nuovo termine vale anche per il saldo e stralcio, per chi ha un Isee fino a 20 mila euro. Clicca qui per un approfondimento.

Scontrini elettronici

Dal 1° luglio 2019, per chi ha un volume di affari superiore a 400 mila euro, scatta l’obbligo di trasmissione dei corrispettivi giornalieri per via telematica al Fisco. E’ comunque prevista una moratoria di sei mesi relativa alle eventuali sanzioni. In sostanza, tutto è rimandato al 1° a gennaio 2020, quando l’addio allo scontrino cartaceo varrà anche per gli esercizi con un volume di affari inferiore alla soglia dei 400 mila euro. Clicca qui per un approfondimento.

Tasse sui capannoni

L’Imu sugli immobili strumentali diventa deducibile al 100% l’Imu sugli immobili strumentali ai fini della determinazione del reddito d’impresa e del reddito derivante dall’esercizio di arti e professioni. Clicca qui per un approfondimento.

Bonus Sud

Viene coperto il buco temporale dell’incentivo Occupazione Sviluppo Sud, che finanziava gli sgravi contributivi solo per le assunzioni a partire dal 1° maggio 2019. Adesso, invece, saranno incentivate anche le imprese che hanno assunto nel primo quadrimestre 2019 in Abruzzo, Molise, Sardegna, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Clicca qui per un approfondimento.

Versamenti ISA

Gli ISA, acronimo di Indici Sintetici di Affidabilità fiscale, a partire dall’anno di imposta 2018 sostituiscono definitivamente gli studi di settore. I termini per i versamenti ISA 2019 slittano al 30 settembre 2019. Clicca qui per un approfondimento.

Obbligo revisori nelle Srl

Menzione particolare per le nuove soglie che stabiliscono la nomina obbligatoria del sindaco o del revisore nelle piccole Srl. L’argomento è correlato al Codice della crisi d’impresa e, in realtà, le nuove soglie sono inserite nel Dl Sblocca cantieri convertito in legge negli scorsi giorni. Ma i contenuti poi approvati sono i medesimi che erano previsti da un emendamento – poi non approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera – al Dl Crescita. Clicca qui per un approfondimento.

Emergenza caldo, oggi previsti 38 gradi. Rimedi per anziani, bambini piccoli e animali domestici

Alto rischio per le ondate di calore nella giornata di oggi giovedì 27 giugno con temperature massime percepite fino a 38 gradi.

Dalle 8 del mattino quando si registreranno 24 gradi si passerà a 38 gradi intorno alle 14. A fronte di questa allerta della Protezione Civile l’Asl ha predisposto una serie di interventi anche a livello territoriale per garantire percorsi assistenziali a carattere straordinario.“I prossimi giorni saranno considerati ad alto rischio per le ondate di calore. In particolare oggi verrà raggiunto il picco passando dal livello 2 con codice arancione di oggi al livello 3 con codice rosso e temperature fino a 38 gradi- dichiara Federico Gelli, direttore coordinamento maxiemergenze ed eventi straordinari dell’Azienda Usl Tc- Alla luce di questi bollettini l’Azienda ha già attivato le proprie strutture a partire dalle Centrali Operative 118, oltre ai dipartimenti di emergenza ed area critica e della rete sanitaria territoriale. L’obiettivo è quello di garantire la massima operatività dei servizi e l’assistenza ai cittadini, in particolare a coloro che sono in maggiore difficoltà e in condizioni di fragilità.”Nonostante le elevate temperature di questi giorni non si registra un aumento degli accessi nei pronto soccorso dove da tempo è attivo un monitoraggio giornaliero finalizzato ad intervenire in caso di allerta garantendo disponibilità di ricoveri compreso se necessario anche l’incremento di personale.Nella giornata di martedì 25 giugno, ad esempio, gli accessi al pronto soccorso del Santo Stefano di Prato sono stati 300 (di cui 42 ricoverati e 227 inviati a domicilio).I consigli per gli anziani danno indicazioni sull’assunzione di liquidi e invitano a non esporsi al sole nelle ore più calde della giornata (in particolare dalle 11 alle 17). Bere molto è il consiglio più volte ripetuto soprattutto per gli anziani non autosufficienti con decadimento cognitivo, che sentono meno il bisogno di bere e possono stare anche diverse ore senza assumere liquidi. I consigli poi riguardano anche l’abbigliamento: vestiti leggeri, bianchi preferibilmente, di lino e di cotone e non sintetici. E sull’alimentazione, frutta e verdura, veri e propri integratori naturali. Nelle uscite, ricordarsi di indossare sempre il cappello.I neonati ed i bambini fino ai 4 anni di età sono da considerarsi soggetti a rischio, sensibili agli effetti delle alte temperature e non autonomi sia nella gestione dell’ambiente che li circonda sia nel procurarsi liquidi a sufficienza. Pertanto, in caso di grande caldo, è importante ricordare di tenerli in un ambiente fresco e seguire alcuni utili consigli. Oltre a sollecitarli a bere abbondantemente (un bicchiere ogni ora), è consigliato preparare cibi freschi e leggeri (frutta e verdura) che contengono un’alta percentuale di liquidi e sali minerali. Inoltre è preferibile farli uscire nelle prime ore del mattino e la sera e farli giocare nei boschi o nei parchi dove le temperature sono più sopportabili ed i valori di ozono più bassi, oltre ad evitare l’esposizione diretta al sole, utilizzando sempre vestiti in tessuti naturali leggeri, copricapi e crema solare. In caso di dubbi è importante rivolgersi al pediatra di famiglia che resta sempre un punto di riferimento per tutelare la salute dei più piccoli.In questi giorni d’afa a soffrire non sono soltanto le persone ma anche gli animali. Ecco alcuni semplici accorgimenti per prevenire i danni da caldo. Tra i principali quello di garantire sempre la disponibilità di acqua fresca nella ciotola ed evitare di lasciare gli animali dentro l’auto anche per poco tempo, rischiando di sottoporli ad un improvviso colpo di calore, mentre è fondamentale assicurare un luogo ombreggiato e ventilato. Inoltre da evitare passeggiate nelle ore più calde della giornata per scongiurare anche il rischio di scottare le zampe sull’asfalto. L’estate è anche il periodo dei parassiti e quindi è indispensabile consultare il veterinario per trattamenti preventivi antiparassitari per prevenire le punture dei flebotomi che possono trasmettere la leishmaniosi oltreché una corretta prevenzione per la filariosi, grave parassitosi veicolata dalle zanzare.

Premi INAIL: tariffe ridotte del 32%, ma si riducono gli incentivi per le aziende virtuose

Premi INAIL: tariffe ridotte del 32%, firmato il decreto da Ministero del Lavoro e Ministero dell’Economia e delle Finanze. 1,7 miliardi di risparmio per le aziende in tre anni, le risorse prese da investimenti e formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Premi INAIL: tariffe ridotte per una media del 32%, il Ministero del Lavoro e Ministero dell’Economia e delle Finanze hanno firmato il decreto interministeriale per applicare quanto stabilito dalla Manovra approvata a dicembre 2018.

La Legge di Bilancio 2019, in particolare nei commi 1121-1128, ha previsto una revisione delle tariffe, che le aziende devono pagare per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, a partire dal 1° gennaio 2019.

La rielaborazione delle tariffe ha riguardato l’aggiornamento del nomenclatore, il ricalcolo dei tassi medi e il meccanismo di oscillazione del tasso per andamento infortunistico.

Il 27 febbraio 2019, come si legge nella notizia pubblicata sul sito del Ministero del Lavoro, le due istituzioni impegnate sul tema hanno firmato il decreto ministeriale che abbassa le tariffe INAIL, Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, di un terzo circa.

Dalla revisione delle tariffe risulta che i tassi medi per le imprese vengono ridotti di quasi un terzo. Le modifiche, spiega il Ministero, per i diversi tipi di lavorazione sono stati determinate prendendo in considerazione i dati sull’andamento infortunistico e tecnopatico nel triennio 2013-2015 e le retribuzioni soggette a contribuzione di competenza nello stesso periodo.

I tassi in vigore fino al 1° gennaio 2019 facevano riferimento ai dati del triennio 1995-1997.

Ne deriva una diminuzione del 32,72% dei tassi medi per le aziende, che passano dal 26,53 per mille del 2000 al 17,85 per mille.

Si stima un risparmio complessivo per le imprese di circa 1,7 miliardi di euro in tre anni.

Alcuni tagli sui tassi delle tariffe arrivano anche al 50% e in generale sono stati tutti ridotti, anche per le lavorazioni più rischiose sono stati mantenuti entro il 110 per mille, rispetto al 130 per mille della Tariffa 2000.

Come sottolineato dalla nota pubblicata sul sito del Ministero del Lavoro, si tratta di una riduzione importante con un impatto forte sulle entrate nelle casse dell’INAIL, che derivano dalle tariffe per i premi.

Al comma 1122 della Legge di Bilancio si legge:

Alle minori entrate derivanti dal comma 1121 si provvede mediante:

riduzione per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 delle risorse strutturali destinate dall’INAIL per il finanziamento dei progetti di investimento e formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, ai sensi dell’articolo 11, comma 5, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, per i seguenti importi:

  • euro 110 milioni per il 2019;
  • euro 100 milioni per il 2020;
  • euro 100 milioni per il 2021;

b) riduzione per ciascuno degli anni 2020 e 2021 delle risorse destinate allo sconto per prevenzione secondo quanto previsto dall’articolo 3 del decreto legislativo 23 febbraio 2000, n. 38, e relative modalità di applicazione, per i seguenti importi:

  • euro 50 milioni per il 2020;
  • euro 50 milioni per il 2021

L’impatto, quindi, ricade sulle risorse strutturali destinate al finanziamento dei progetti di investimento e formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro e sugli sconti per prevenzione, previsti per le aziende che si impegnano per migliorare le condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, in aggiunta a quelli minimi previsti dalle norme.

Se da un lato la revisione delle tariffe dei premi INAIL garantisce un risparmio per le aziende e ha generato soddisfazione e apprezzamento, dall’altro non si può non considerare che l’intervento ha un costo, soprattutto per quanto concerne la formazione e la prevenzione. Nasce, quindi, qualche preoccupazione.

Ufficio Stampa Conflavoro Prato

Digitalizza la tua impresa, 10 mila euro per software e tecnologie 4.0

Bandi aperti dalle Camere di commercio di tutta Italia per l’upgrade digitale delle aziende. Scrivi a incentivi@conflavoro.it per chiedere tutto il supporto che ti serve

Il 10 aprile 2019 è stato lanciato il nuovo bando nazionale per i voucher volti a semplificare l’upgrade delle imprese verso le tecnologie 4.0. La dotazione è di 15,5 milioni di euro, messi a disposizione dalle Camere di commercio. Per l’incremento delle proprie caratteristiche digital, le piccole e medie imprese potranno ottenere fino a 10 mila euroClicca qui per scoprire i bandi aperti che fanno al caso tuo.Gli interventi possono finanziare, in generale, misure di innovazione tecnologica che rispondono a due obiettivi. Ovvero lo sviluppo delle capacità di collaborazione tra aziende del territorio e soggetti altamente qualificati nel campo dell’Industria 4.0 e la promozione di nuove soluzioni focalizzate sulle nuove competenze e tecnologie digitali.Lo stanziamento è utilizzabile dai beneficiari per acquistare beni strumentali, servizi di consulenza o percorsi formativi focalizzati sulle nuove competenze e tecnologie digitali previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0. Tra questi, anche prodotti basilari per la digitalizzazione di un’azienda che ha bisogno di avvicinarsi subito e concretamente al 4.0. Ad esempio cloud, cybersicurezza, Big Data e Analytics, software e piattaforme per il controllo gestionale e il coordinamento di costi e personale.

Per facilitarti il percorso burocratico e supportarti in tutti gli step utili allo sviluppo della tua azienda, scrivici all’indirizzo email incentivi@conflavoro.it. E ricorda: esistono centinaia di bandi che possono fare al caso tuo!

Contributi digitali I4.0 – Misura B – Anno 2019

La Camera di Commercio di Prato, nell’ambito delle attività previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0 intende promuovere la diffusione della cultura e della pratica digitale nelle Micro, Piccole e Medie imprese di tutti i settori economici attraverso:

  • la diffusione della cultura digitale tra le MPMI della circoscrizione territoriale camerale;
  • l’innalzamento della consapevolezza delle imprese sulle soluzioni possibili offerte dal digitale e sui loro benefici;
  • il sostegno economico alle iniziative di digitalizzazione in ottica Impresa 4.0 implementate dalle aziende del territorio in parallelo con i servizi offerti dai PID

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Contributi Alternanza Scuola Lavoro – Anno 2019

Possono beneficiare dell’intervento camerale i soggetti (imprese e soggetti REA) che rispondano ai seguenti requisiti:

  • avere sede legale e/o unità operativa nella provincia di Prato;
  • essere iscritti al Registro delle Imprese o al Repertorio Economico Amministrativo (REA) della CCIAA di Prato ed essere attivi;
  • essere in regola col pagamento del diritto annuale;
  • non trovarsi in stato di fallimento, di liquidazione, di amministrazione controllata, di concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente secondo la normativa vigente;
  • essere iscritti nel Registro nazionale alternanza scuola-lavoro: http://scuolalavoro.registroimprese.it ;
  • avere accolto in azienda uno o più studenti in percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (ex alternanza scuola lavoro) di almeno 40 ore per ciascuno studente, attivati a partire dal 1.1.2019 e conclusi alla data di presentazione della domanda di contributo e comunque non oltre il 31.10.2019;
  • non avere in corso contratti di fornitura di servizi, anche a titolo gratuito, con la Camera di Commercio di Prato, ai sensi dell’art. 4, comma 6 del D.L. 06.0702012, n. 95 (convertito nella L. 07.08.2012, n. 135).

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Imprenditori imputati per reati ambientali

Sembra che uno dei fatti più odiosi addebitati all’imperatore Caligola dagli storici della sua epoca fosse che costui inventasse leggi con forti sanzioni pecuniarie e poi le appendesse nel Foro, dove si divulgavano al popolo, ponendole però talmente in alto da non consentire di leggerle. I cittadini si vedevano, di conseguenza, multati o imprigionati in ragione di norme vigenti ma inconoscibili. More…

Creazione StartUp Innovative

Possono presentare domanda le micro e piccole imprese, la cui costituzione è avvenuta nel corso dei tre anni precedenti alla data di presentazione della domanda di accesso all’agevolazione. Sono altresì ammissibili gli Spin off di organismi di ricerca e le micro e piccole imprese iscritte nella sezione speciale del Registro delle imprese. Sono ammissibili anche le persone fisiche che costituiranno l’impresa entro sei mesi dalla data di adozione del provvedimento di concessione dell’agevolazione. More…

Microcredito a sostegno della nascita di nuove imprese

Possono presentare domanda le micro e piccole imprese (MPI), nonché i liberi professionisti, definite giovanili,femminili oppure di destinatari di ammortizzatori sociali la cui costituzione è avvenuta nel corso dei due anni precedenti la data di presentazione della domanda di accesso all’agevolazione; oppure, persone fisicheintenzionate ad avviare, entro sei mesi dalla data di presentazione della domanda, una micro o piccola Impresa (MPI) o un attività di libero professionista, giovanile o femminile. More…